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Toni Negri: Una Vita di Impegno Intellettuale e Politico. Tra Guccini e Paolo Sylos Labini.

Toni Negri: Una Vita di Impegno Intellettuale e Politico. Tra Guccini e Paolo Sylos Labini.

Ieri è morto Antonio Negri, noto anche come Toni Negri. È stato un filosofo, scienziato politico, attivista, saggista, accademico e politico italiano. È stato uno dei principali teorici dell’operaismo, una teoria marxista emersa in Italia negli anni ’60 e ’70. Negri è stato anche co-fondatore e teorico militante delle organizzazioni di sinistra extra-parlamentari Potere Operaio e Autonomia Operaia.

Negri è stato incarcerato e processato con l’accusa di aver partecipato ad atti terroristici e insurrezione armata. Negri è stato assolto da queste accuse, ma poi condannato a 12 anni di prigione per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato.

Oltre alla sua carriera politica, Negri è noto per il suo contributo alla filosofia e alla teoria politica. Ha scritto numerosi libri e saggi, tra cui #“Impero”, scritto insieme a Michael Hardt e pubblicato nel 2000. “Impero” descrive l’emergere di una nuova forma di sovranità, che trascende gli stati-nazione ed è costituita da reti globali di potere. Gli autori sostengono che questa nuova forma di sovranità è caratterizzata da un passaggio dall’imperialismo all’impero, dove quest’ultimo è una forma di potere decentrata e diffusa.

Ieri, Antonio Negri è morto a Parigi. La sua morte segna la fine di un’era di impegno intellettuale e politico. Negri ha lasciato un segno indelebile nel campo della teoria politica e continuerà a influenzare le generazioni future di pensatori e attivisti.

Dal mio punto di vista, non era semplice raccogliere le sue posizioni senza che le stesse suscitassero forti contrapposizioni. Spesso lontane da me (ma andava letto). Ispirava posizioni di azione, a tratti di violenza armata. Oggi non comprensibili ai molti, erano anni di lotta sociale, di un paese (e forse di una certa sinistra) che aveva necessità di teorici di questo calibro.
La sua vita e il suo lavoro continueranno a ispirare e guidare coloro che cercano di comprendere e trasformare il mondo in cui viviamo, senza cadere nella mancata oggettività del “da che parte stare”.

Quello che posso dire a e per quest’uomo è che sarà stretto tra Guccini e Paolo Sylos Labini nella mia biblioteca personale, ma se allargasse la sua curiosità intellettuale (di cui era fortemente dotato), potrà consolarsi con Pasolini e Tagore. Non proprio per tutti, come d’altronde era il suo pensiero.

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