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Smart Working, dalla Produttività alle Nuove Generazioni.

Smart Working, dalla Produttività alle Nuove Generazioni.

Il governo italiano ha recentemente annunciato che la proroga per lo smart working terminerà il 1° aprile. Questa decisione ha suscitato un dibattito acceso, con molte persone che mettono in evidenza gli aspetti negativi di questa scelta. In particolare, si sottolinea come questa decisione possa essere in contrasto con la concezione del tempo delle nuove generazioni lavorative.

La decisione di porre fine alla proroga dello smart working rappresenta un ritorno alla normalità pre-pandemica. Tuttavia, questa scelta non tiene conto delle trasformazioni che il mondo del lavoro ha subito negli ultimi anni. Le nuove generazioni lavorative, infatti, hanno dimostrato di apprezzare la flessibilità offerta dallo smart working, che permette una migliore conciliazione tra vita privata e professionale.

La fine dello smart working potrebbe comportare una serie di conseguenze negative. Innanzitutto, potrebbe causare un aumento del traffico e dell’inquinamento, dato che molti lavoratori saranno costretti a tornare a spostarsi quotidianamente per recarsi sul posto di lavoro. Inoltre, potrebbe avere un impatto negativo sulla produttività: diversi studi hanno infatti dimostrato che lo smart working può aumentare l’efficienza dei lavoratori.

Lo smart working, secondo Forbes, aumenta la produttività aziendale in vari modi:

  1. Prioritizzazione dei compiti, lo smart working permette ai lavoratori di concentrarsi sui compiti più importanti, massimizzando così l’efficacia del loro lavoro. Questo può essere raggiunto creando una lista di cose da fare, classificando i compiti in base al loro impatto sugli obiettivi e programmando i compiti durante le ore più produttive.
  2. Gestione del tempo, lo smart working offre flessibilità nel quando e dove lavorare, il che può portare a un aumento della produttività. Ad esempio, i lavoratori possono scegliere di lavorare durante le ore in cui si sentono più produttivi.
  3. Benessere dei dipendenti, i dipendenti che lavorano in modo intelligente sono generalmente più soddisfatti, il che può portare a un aumento della produttività e del morale, portando a meno scadenze mancate e meno turnover.
  4. Uso della tecnologia, lo smart working si basa sull’uso di nuove tecnologie, che possono aiutare a migliorare l’efficienza. Ad esempio, gli strumenti di collaborazione online possono facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i membri del team.
  5. Riduzione del pendolarismo, come già detto in precedenza, elimina la necessità di viaggiare per andare e tornare dal lavoro, risparmiando tempo che può essere utilizzato in modo più produttivo.

Le nuove generazioni lavorative hanno una concezione del tempo diversa rispetto a quella tradizionale. Per loro, il tempo non è più visto come un elemento rigido e fisso, ma come qualcosa di flessibile che può essere adattato alle proprie esigenze. La fine dello smart working potrebbe quindi rappresentare un passo indietro rispetto a questa nuova concezione del tempo.

La decisione di porre fine alla proroga dello smart working rappresenta una sfida per le nuove generazioni lavorative. È importante che il governo italiano prenda in considerazione le esigenze di questi lavoratori e rifletta su come integrare la flessibilità dello smart working nella normativa sul lavoro. Solo così sarà possibile garantire un futuro del lavoro che sia in linea con le esigenze del 21° secolo.

 

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