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No, questa storia di amore e di morte non si riesce a capire.

No, questa storia di amore e di morte non si riesce a capire.

Ho letto di tutto in questi giorni, ho visto schieramenti pro-donna verso l’antagonista uomo, innalzare il gonfalone della libertà di genere. A tratti al limite dell’idiozia, con abusi di posizione verso analisi scientifiche fantasiose e mostruosamente banali o magari suggerite da ChatGPT.

Ho letto e visto di tutto rispetto alle iniziative pro-donna, dai biscotti di una catena di supermercati alla tintura delle guance dei calciatori di calcio di serie a, simbolismi corredati da analisi dell’ultimo minuto, improvvisati dal divano di casa (l’accademia universitaria più accreditata della ultim’ora).

Volutamente, e non per comodità, non ho condiviso una posizione. Non stiamo parlando di una dinamica oppressiva a lavoro che simile non è (anche se molto grave), ma di un omicidio.

Condivido quest’articolo di Giuliano Ferrara, di quest’oggi, che mi sento di sposare in pieno. Io non capisco fino in fondo (seppur ovviamente condanno l’atto estremo), l’indebolimento psichico di un uomo. Né tantomeno le letture (da bar) e le prese di posizione che ne derivano, da ogni parte della società.

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