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Mutamento Sociale e dei Consumi. Parallelismo tra l’era contemporanea e gli anni ’60 in Italia.

Mutamento Sociale e dei Consumi. Parallelismo tra l’era contemporanea e gli anni ’60 in Italia.

Il mutamento sociale è un fenomeno complesso che coinvolge una serie di cambiamenti all’interno del sistema sociale. Questi cambiamenti possono essere osservati in vari ambiti, tra cui il mercato dei consumi. In particolare, la società dei consumi si caratterizza per la diffusione a livello di massa dei consumi secondari, ovvero non legati all’alimentazione.

Nell’era contemporanea, la società dei consumi si è evoluta in modo significativo. La standardizzazione della produzione, l’aumento della ricchezza nazionale e pro capite, l’urbanizzazione, l’avvento dello stato sociale e la forza espansiva del modello americano hanno favorito lo sviluppo dei consumi. Tuttavia, questo ha anche portato a una maggiore precarietà e instabilità per i lavoratori.

Negli anni ’60 in Italia, si è verificato un boom economico senza precedenti. Questo periodo di crescita economica ha portato a un aumento del benessere e ha permesso la nascita della cosiddetta “società dei consumi”. Tuttavia, questo periodo è stato anche segnato da una serie di sfide, tra cui l’aumento del terrorismo e la tensione sociale.

Diversi studiosi hanno analizzato il mutamento sociale e dei consumi. Ad esempio, Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista italiano, ha esplorato il rapporto tra la libertà e la società dei consumi. Secondo Galimberti, la nostra libertà è in parte determinata dalla società dei consumi. Allo stesso tempo, Colin Campbell, sociologo britannico, sostiene che il consumismo non è necessariamente un fenomeno dannoso, ma può essere parte integrante del processo di autorealizzazione nel mondo moderno.

Umberto Galimberti ha esplorato il rapporto tra la libertà e la società dei consumi. Secondo Galimberti, la nostra libertà è in parte determinata dalla società dei consumi. In particolare, Galimberti sostiene che viviamo in una società consumistica che non solo produce prodotti, ma produce anche bisogni. Ogni volta che la società produce un bisogno, chi lo soddisfa si conforma agli altri, mentre chi non può soddisfarlo subisce una sorta di esclusione.

Il problema, secondo Galimberti, è comprendere quanti dei bisogni indotti sono essenziali e necessari e quanti sono nevrotici e destabilizzanti.

Colin Campbell ha una visione diversa del consumismo. Campbell sostiene che il consumismo non è necessariamente un fenomeno dannoso, ma può essere parte integrante del processo di autorealizzazione nel mondo moderno. Secondo Campbell, l’acquisto e la proiezione dei nostri più intimi desideri sui beni di consumo è parte integrante del processo di autorealizzazione. Questo processo di desiderio, appagamento effimero e disillusione finale è il vero motore del capitalismo, poiché porta le persone a cercare l’esperienza inafferrabile e insieme soddisfacente nella moltitudine di infiniti nuovi prodotti.

Sia Galimberti che Campbell offrono prospettive preziose sul mutamento sociale e dei consumi. Mentre Galimberti sottolinea l’importanza di distinguere tra bisogni essenziali e bisogni indotti, Campbell vede il consumismo come un processo di autorealizzazione. Entrambi gli studiosi contribuiscono a una comprensione più profonda del ruolo del consumismo nella società contemporanea.

Oggi, c’è un crescente apprezzamento per coloro che negano il concetto di consumismo. Queste persone danno valore alla capacità di non produrre superfluo e si concentrano su un consumo più responsabile e sostenibile. Questo approccio può portare a una maggiore consapevolezza dei problemi ambientali e sociali e può contribuire a creare una società più equa e sostenibile.

Il mutamento sociale e dei consumi è un fenomeno complesso che ha avuto un impatto significativo sulla società occidentale. Comprendere questo fenomeno può aiutarci a navigare meglio nel mondo contemporaneo e a fare scelte più informate e sostenibili.

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