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Lavorare in due per sopravvivere, Lottare da soli per vivere.

Lavorare in due per sopravvivere, Lottare da soli per vivere.

Negli ultimi decenni, la società italiana ha subito profondi cambiamenti nelle abitudini e nei modelli di vita, influenzando significativamente la ricchezza familiare. Secondo Chiara Saraceno, una delle più importanti sociologhe italiane, la famiglia in Italia è in continua trasformazione e continua ad assumere un ruolo prioritario a livello sociale, nonostante le politiche sociali e i diritti normativi restino ancorati a precedenti equilibri.

Saraceno sottolinea che la famiglia tradizionale, basata su un modello patriarcale e su ruoli di genere ben definiti, è stata progressivamente sostituita da una varietà di forme familiari. Questo cambiamento è stato influenzato da diversi fattori, tra cui l’emancipazione femminile, l’aumento del tasso di divorzio e la crescente accettazione delle famiglie non tradizionali.

La sociologa evidenzia come le politiche sociali e i diritti normativi in Italia siano spesso rimasti indietro rispetto a questi cambiamenti. Ad esempio, le leggi sul lavoro e sul welfare non sempre riflettono le esigenze delle famiglie moderne, che possono includere genitori single, coppie omosessuali e famiglie ricostituite.

Inoltre, Saraceno osserva che la trasformazione della famiglia ha avuto un impatto significativo sulla ricchezza familiare. Le famiglie con due genitori lavoratori tendono ad avere una maggiore stabilità economica rispetto a quelle con un solo reddito. Tuttavia, le famiglie monoparentali e i single affrontano spesso maggiori difficoltà finanziarie, poiché devono sostenere tutte le spese con un solo reddito.

Il cambiamento delle abitudini e dei modelli di vita in Italia ha portato a una trasformazione significativa della famiglia e della ricchezza familiare.

La necessità di avere entrambi i genitori con un lavoro è diventata una realtà per molte famiglie italiane. Questo fenomeno è stato analizzato anche da Guido Gili, che ha evidenziato come la pluralizzazione delle forme familiari e l’individualizzazione della famiglia rispetto alla rete parentale e alla comunità locale abbiano modificato profondamente il tessuto sociale.

Guido Gili, nel suo studio sulle trasformazioni sociali in Italia, sottolinea come la pluralizzazione delle forme familiari sia uno dei principali cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni. La famiglia tradizionale, composta da madre, padre e figli, non è più l’unico modello dominante. Oggi, esistono diverse tipologie di famiglie, tra cui famiglie monoparentali, famiglie ricostituite, coppie omosessuali con figli e famiglie senza figli. Questa diversificazione ha portato a una maggiore complessità nelle dinamiche familiari e ha richiesto un adattamento delle politiche sociali e dei servizi di supporto.

Un altro aspetto cruciale analizzato da Gili è l’individualizzazione della famiglia rispetto alla rete parentale e alla comunità locale. In passato, le famiglie italiane erano strettamente legate alla rete parentale e alla comunità locale, che fornivano supporto emotivo, sociale ed economico.

Tuttavia, con l’aumento della mobilità geografica e l’emergere di nuovi modelli di vita, le famiglie sono diventate sempre più autonome e indipendenti. Questo ha portato a una maggiore responsabilità individuale nella gestione delle risorse familiari e ha reso necessario per entrambi i genitori lavorare per mantenere un adeguato livello di vita.

La necessità di avere entrambi i genitori con un lavoro ha diverse implicazioni economiche e sociali. Da un lato, può portare a una maggiore stabilità economica per la famiglia, consentendo un tenore di vita più elevato e migliori opportunità per i figli. Dall’altro lato, può anche comportare sfide significative, come la gestione del tempo, lo stress e la difficoltà di conciliare lavoro e vita familiare.

La pluralizzazione delle forme familiari e l’individualizzazione della famiglia hanno profondamente modificato il tessuto sociale italiano.

Per i single, la situazione economica è particolarmente complessa. La ricerca condotta dalla Banca d’Italia ha mostrato che il divario tra la ricchezza netta media e quella mediana è aumentato, indicando un crescente grado di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Questo fenomeno rende ancora più difficile per i single affrontare le spese quotidiane e le emergenze finanziarie.

Secondo i dati aggiornati della Banca d’Italia, la ricchezza netta media delle famiglie italiane è aumentata del 2,1% tra il 2020 e il 2024, principalmente grazie alla componente finanziaria. Tuttavia, il divario tra la ricchezza netta media e quella mediana si è ulteriormente ampliato, indicando un aumento della disuguaglianza.

L’indice di Gini* della ricchezza netta familiare è cresciuto di 4 punti percentuali nello stesso periodo. Questo aumento della disuguaglianza significa che una parte significativa della ricchezza è concentrata in un numero relativamente piccolo di famiglie, mentre molte altre, inclusi i single, faticano a mantenere la stabilità finanziaria.

La vita da single comporta una serie di sfide economiche. Uno studio recente (Informazione.it) ha evidenziato che i single in Italia spendono in media 600 euro in più al mese rispetto a chi vive in coppia. Questo è dovuto al fatto che i single non possono beneficiare delle economie di scala che derivano dalla condivisione delle spese con un partner. Le spese per l’affitto, le utenze, il cibo e altre necessità quotidiane pesano maggiormente su un singolo reddito, rendendo più difficile risparmiare e affrontare eventuali emergenze finanziarie.

Inoltre, i single devono affrontare una maggiore pressione economica per mantenere il proprio tenore di vita. La mancanza di un secondo reddito rende più difficile far fronte a spese impreviste e può portare a un maggiore isolamento sociale, poiché i single potrebbero dover rinunciare a attività sociali e ricreative per risparmiare denaro.

La crescente disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza in Italia ha un impatto significativo sui single, rendendo più difficile per loro affrontare le spese quotidiane e le emergenze finanziarie. È essenziale che le politiche pubbliche e le iniziative sociali tengano conto di queste dinamiche per supportare adeguatamente tutte le tipologie di nuclei familiari, inclusi i single.

*L’indice di Gini è una misura della disuguaglianza di una distribuzione, spesso utilizzata per valutare la distribuzione del reddito o della ricchezza all’interno di una popolazione. È stato introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini nel 1912.

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