Che peso ha l’orientamento sessuale nel mercato del lavoro (italiano)?
L’orientamento sessuale può avere un impatto significativo sul mercato del lavoro in Italia. Secondo una ricerca condotta dall’ISTAT e UNAR, circa il 26% delle persone che dichiarano un orientamento omosessuale o bisessuale e sono occupate o ex-occupate, afferma che il proprio orientamento ha rappresentato uno svantaggio nel corso della propria vita lavorativa in almeno uno dei tre ambiti considerati (carriera e crescita professionale, riconoscimento e apprezzamento, reddito e retribuzione).
Inoltre, il 92,5% delle persone omosessuali o bisessuali (in unione civile o già in unione), occupate attualmente o in passato, dichiara che il proprio orientamento sessuale è o era noto almeno a una parte delle persone del proprio ambiente lavorativo. Tuttavia, il 40,3% riferisce, in relazione all’attuale (per gli occupati) o ultimo lavoro svolto (per gli ex-occupati), di aver evitato di parlare della vita privata per tenere nascosto il proprio orientamento sessuale.
Circa una persona su cinque, occupata o ex-occupata in Italia, dichiara di aver vissuto un clima ostile o un’aggressione nel proprio ambiente di lavoro a causa dell’orientamento sessuale. Questo fenomeno sembra essere più diffuso tra le donne (21,5% contro 20,4%), sia lesbiche che bisessuali, tra i giovani (26,7%), gli stranieri o apolidi (24,7%) e le persone che vivono nel Mezzogiorno (22,6%).
Infine, le piccole e medie imprese sembrano discriminare più delle grandi. Solo il 15,4% delle imprese ha formalizzato in uno o più documenti interni l’adesione ai principi di non discriminazione e inclusione dei lavoratori LGBT+, con una percentuale che arriva al 34,1% per le imprese con 500 dipendenti e più.
Questi dati evidenziano l’importanza di promuovere politiche di inclusione e diversità sul posto di lavoro per garantire pari opportunità a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
(I dati Istat in collaborazione con Unar sono stati pubblicati il 30/06/2022).
(Philadelphia è un film del 1993 diretto da Jonathan Demme. Tratta il delicato tema dell’AIDS, malattia che raggiunse il culmine della sua drammaticità negli anni novanta. Ispirato a vicende accadute anni prima a Boston. Fu una delle prime grandi produzioni cinematografiche a trattare in maniera esplicita il tema dell’AIDS.)
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